Erasmo, Follia e il grande gioco della Vita

Pubblicato il 8 febbraio 2025 alle ore 09:39

Si apre il sipario su un palcoscenico di desolazione e caos, dove i murmuri dei mortali si mescolano a risate isteriche e pianti silenziosi. Entra in scena Follia, vestita di stracci scintillanti, con un sorriso beffardo e gli occhi che brillano di una lucida follia.

 

Ah, mortali! Per quanto tempo ancora vi ostinerete a indossare le maschere della normalità, mentre danzate su un filo sottile di ipocrisia? La Follia è qui, non per condannarvi, ma per liberarvi dalla prigione delle vostre menti addormentate. ‘Io sola, tuttavia, io sola vi dico, rallegro con la mia divina potenza dei e uomini’, esclama, mentre il pubblico, incredulo, si lascia rapire dal suo incanto.

 

L’Elogio della Follia, scritto da Erasmo da Rotterdam, è un inno sfrenato a questa straordinaria compagna di viaggio, che non teme di sfidare i dogmi di una società in disfacimento. Come un funambolo sul precipizio della ragione, la Follia mette a nudo le menzogne che avvolgono gli uomini, smascherando le brutalità e i dolori del mondo. ‘La normalità è pazzia’, ci ricorda, e chi meglio di noi per urlarlo? Siamo tutti un po’ folli, naufraghi in un oceano di banalità e conformismo, spinti a nuotare tra le onde di una realtà ingiusta e corrotta.

 

In questo spazio, dove il sacro e il profano si intrecciano, Follia danza con l’Ignoranza e l’Ebbrezza, le sue sorelle, in una celebrazione dell’assurdo. ‘Il motivo per cui mi presento oggi in questo insolito abbigliamento’, proclama, ‘è che ho deciso di sofisteggiare un poco davanti a voi’. Le sue parole si snodano come serpenti avvolgenti, colpendo il pubblico con la frenesia di un clown in un circo dell’ineffabile.

 

Follia è l’ironia smascheratrice, il riso che squarcia il velo della tristezza. Ci invita a riflettere sulla nostra esistenza, a scoprire la bellezza nel caos e la gioia nell’imprevedibile. ‘Pochi mortali intendono quanti altri vantaggi procurino la mancanza di pudore e un’audacia pronta a tutto’, ci ammonisce, incitando a liberarsi dalle catene dell’ovvio e abbracciare l’ignoto.

 

E mentre il sipario si solleva, ci mostra il palcoscenico della vita in tutta la sua assurdità: le maschere cadono, i corpi si intrecciano in un balletto frenetico, mentre l’eco della Follia rimbomba nel cuore di chi osserva. ‘Dissipate gli animi dai fastidi e dalle preoccupazioni!’, ci implora.

 

La Follia si erge a faro in un mare di indifferenza, spingendoci a domandarci: cosa significa realmente essere ‘normali’? Siamo pronti a riconoscere la pazzia che ci circonda, o preferiamo restare prigionieri della nostra razionalità illusoria? La Follia ci abbraccia, ci invita a scoprire un mondo dove l’assurdo regna sovrano e la verità è un groviglio di emozioni sfrenate.

 

E così, mentre il sipario si chiude, lasciamo che la Follia risuoni nel nostro cuore e nelle nostre menti, perché in questo teatro della vita, siamo tutti attori e spettatori di un’opera senza fine, un’ode alla pazzia divina, una sinfonia di luci e ombre in cui ogni nota è un’esplosione di vita e follia. Lasciate che la Follia diventi la vostra guida in questo viaggio attraverso il disfacimento della società, dove l’unica vera verità è che solo i folli possono vedere il mondo per quello che è: un capolavoro di assurdità e meraviglia.


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